L’ASSOCIAZIONE CIRCUITI DINAMICI
Via A. Giovanola 19 e 21/C
Milano – MM Abbiategrasso
presenta
Domenica 26 febbraio 2017 ore 18
MESSAGGERI DI CIVILTA’
Circuiti Dinamici Under 35
a cura di Daniela Pacchiana
con Anna Adami, Anam – Sara Lautizi, Mattia Biondi, Margherita Calzoni, Yinglu Chen, Wilson Querin, Camelia Rostom e Behnaz Shahsavarani
Il nuovo ciclo di Circuiti Dinamici Under35, mostre collettive per giovani artisti organizzate dall’Associazione Circuiti Dinamici, si tinge quest’anno di internazionalità, segno tangibile che le politiche di integrazione e coesione sociale iniziano a diventare reali e concrete anche nel nostro paese – nonostante i recenti blocchi a stelle e strisce e l’avanzare incalzante delle destre europee. La libanese Camelia Rostom, l’iraniana Behnaz Shahsavarani e la cinese Yinglu Chen si confrontano con le creazioni della giovane Anna Adami, Anam, Mattia Biondi, Margherita Calzoni e Wilson Querin.
Un mondo che si tinge di colori, passioni e culture che si mescolano e tessono insieme per creare la grande tela dell’esistenza. L’immagine si fa poesia (Behnaz Shahsavarani), ricordo (Mattia Biondi), sogno, ma anche riflessione della precarietà dell’esistenza umana (Camelia Rostom, Wilson Querin), riflessione della propria interiorità (Margherita Calzoni, Yinglu Chen) e presa di coscienza del sè (Anna Adami, Anam). Gli oggetti perdono la loro definizione e – tendendo all’infinito – lasciano sulla carta solo i segni tangibili della loro spiritualità (Yinglu Chen). Anna Adami nelle sue interrogazioni sull’esistenza umana travalica i confini cercando una risposta grafica nella biologia molecolare e cellulare, mentre i forti contrasti di chiari e scuri delle fotografie di Wilson Querin prefigurano mondi di violenze, soprusi e sofferrenze. Prefigurazioni che diventano concrete nei quadri monocromatici di Camelia Rostom. Monocromo che non può far altro che inchinarsi e cedere il passo alle coloratissime e suadenti arpie di Anam che ci ricordano quanto sia importante prendere consapevolezza di quello che si è e avere rispetto per gli altri per poter vivere in pace. Behnaz Shahsavarani propone la poesia iraniana del pittore-poeta Sohrab Sepehri per descrivere la solitudine dell’artista. Un soffio di vento ci riporta all’inizio del circuito e ci conduce in un luogo in cui “le immagini della memoria vibrano e respirano mosse da un vento soffice. Esiste un tempo in cui nulla sembra accadere: si è come in attesa dell’arrivo della pioggia” (Mattia Biondi).
Citando il grande regista, poeta dell’immagine, Franco Piavoli, auguro a tutti gli artisti di diventare, Al primo soffio di vento – lungometraggio del 2002 -, messaggeri di civiltà e fautori di interconnessioni grazie al dialogo e al confronto per contribuire allo sviluppo della società.
Se mi stai cercando
mi troverai oltre il regno del nulla.
Dietro il regno del nulla c’é un luogo
dove nelle vene dell’aria scorrono i soffici semi piumosi
che annunciano al più lontano cespuglio il momento della fioritura.
Sulla sabbia puoi vedere le lievi impronte del cavaliere
che è salito di primo mattino sulla collina del sacrificio rossa di
anemoni.
Dietro il nulla l’ombrello dei desideri si apre
e da lì esce il canto della pioggia
quando il vento della sete arriva dalle foglie fino alle radici.
Qui si è soli
e in questa solitudine l’ombra di un olmo si prolunga nell’eternità.
“Se mi vieni a trovare
vieni lentamente e con gentilezza per non spezzare la fragile porcellana
della mia solitudine.”
Sohrab Sepehri