East meets West
DEADLINE: 12.10.2018
«Che cosa è l’Oriente e che cosa è l’Occidente? Come possono due sostantivi come Taoe Dow (pron.: dao) diventare un facile gioco di parole e paradosso quando hanno lo stesso suono eppure sono così differenti nell’essenza? In cinese, Oriente-Occidente, come espressione di due parole unite insieme, significa “una cosa”, “un qualche cosa” – e forse “niente” del tutto»
Da Alan W. Watts, Il Tao. La Via dell’acqua che scorre, Ubaldini, 1977
In questo contest la prima analisi potrebbe essere la definizione stessa di cosa siano i termini Oriente ed Occidente, dato che in senso storico e culturale hanno assunto, nel tempo, designazioni geografiche, politiche, sociali e religiose differenti.
Dando per scontato la definizione, invece, di grande rilevanza possono essere le contaminaioni che per due millenni hanno contribuito ad unire due parti di mondo di cui si sono sempre evidenziate le differenze.
“In passato furono aperti straordinari sentieri di dialogo che per quanto riguarda l’arte italiana hanno fruttificato in esempi di rara perfezione. Ma il Mare nostrum di allora fu anche quel bacino da cui salparono commercianti, avventurieri, esploratori diretti nella penisola anatolica, sulle vie carovaniere dell’Iran e del sud-est asiatico fino ad approdare in Cina. La paura dell’altro si accompagnava alla volontà, più forte, di mettere in contatto due mondi… Quel che mi preme sottolineare è che nella storia le avventure migliori, i passi più esaltanti sono in genere accompagnati anche dalle minori limitazioni verso il mondo esterno.”
Ma come è il dialogo tra noi e l’”altro” oggi? Quali elementi ci accomunano, affascinano, quali influssi riceviamo da ciò che definiamo Oriente? O cosa ci differenzia?
In ogni campo sembra ci sia un’influenza esterna, la fisica moderna si sta incontrando con la mistica orientale e va riconfermando, di sua stessa mano, dati fino ad ora considerati esoterici. Si inaugura un nuovo modo di pensare attraverso ciò che è manifesto ed evidente, a ciò che è invisibile e nascosto. Anche la medicina, ad esempio, è partita dalla filosofia e sta ora tornando alla filosofia, in un cammino di recupero ‘scientifico’ delle più antiche concezioni. Alla visione lineare del progresso se ne sostituisce una ‘circolare’, in un cammino che va riscoprendo, secondo i nuovi criteri della logica, l’esistenza di un mondo sottile che sottende e permea l’universo intero.
Il quesito di conseguenza è: «Asiens Atem ist jenseits» ovvero «Il respiro dell’Asia è al di là» come dice Ingeborg Bachmann?
Agli artisti l’ardua sentenza.
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SEZIONI: pittura, scultura, fotografia, video, performance, poesia
CURATELA: Associazione Circuiti Dinamici, Milano.
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Bando integrale disponibile a questo link
DEADLINE: 12.10.2018