LA POETICA DEGLI OGGETTI
Lunedì 17 giugno, h 18.30
fino al 04 luglio 2019 | orari gio-ven-sab dalle 18 alle 20
Spazio espositivo Circuiti Dinamici
Via Giovanola, 19-21 Milano
Lettura critica di Sonia Patrizia Catena
Qual è il nostro rapporto con le cose e quanto contano nella nostra vita?
Gli oggetti che appartengono al nostro mondo non sono meramente oggetti. Mostrano quello che siamo o vorremmo essere, sono portatori di informazioni storiche, culturali e sociali. L’essere umano esprime se stesso attraverso ciò che lo circonda e ogni cosa può farsi oggettuale: dalle emozioni ai sentimenti passando per il corpo che, trasformato mediante il fitness o la chirurgia estetica, può diventare esso stesso oggetto come in “Doping”, performance ironica di Riccardo Giuseppe Mereu, in cui il corpo è spinto oltre i suoi limiti fisici mediante droghe che gli permettono di vincere facile.
L’appartenenza sociale vede la propria interpretazione simbolica nel possesso di oggetti e la nostra identità individuale può essere definita tramite immagini griffate e stereotipate, beni di lusso che rischiano di impadronirsi di noi. Su questa tematica riflettono Annabella Dugo, Giuseppe Matrascia, Simonetta Rossetti e Caterina Zucchi.
“Tutto quello che hai” di Dugo mette in luce la dicotomia fra possedere ed essere, da una parte l’accumulo di oggetti evidenzia la credenza che se non possiedi non esisti, dall’altro gli abiti sospesi alla gruccia evocano la presenza di persone immaginarie portatrici di storie ed emozioni. In Matrascia gli accessori di moda esprimono da un lato eleganza e ricerca di un proprio stile che racconti chi siamo, dall’altro diventano la grammatica con cui interpretare un ruolo sul palcoscenico della vita.
Ironia nello scatto di Rossetti: un supporto per palline da golf, marchiato dall’invisibile ma potente logo di Prada, sorregge una piccola sfera di vetro. Giocare, rischiando di rompere la composizione, o rimanere fermi a contemplare questo idillio?
Dettagli “parlanti” e ironici nei gioielli di Zucchi che ci chiede di indossarli e di scegliere l’ornamento che più racconta la nostra personalità e il nostro modo di essere: bella ma pungente, formosa o con la testa fra le nuvole.
La costellazione di cose che ci circonda ogni giorno narra, altresì, la nostra vita e il legame fra noi e l’oggetto, offrendone diverse chiavi di lettura. Roland Barthes affermava che “C’è sempre un senso che va oltre l’uso dell’oggetto”, infatti, sono testimoni inconsapevoli della nostra biografia, scandiscono le fasi della nostra esistenza e ci strappano dall’oblio evocando la nostra presenza.
La Minolta D.40 e la teiera di Roberto Nociti, gli strumenti per l’incisione di Flavia Cané, il Jack Daniel’s e i simboli atavici e contemporanei di Simone Galimberti raccontano un frammento del loro mondo, quello artistico, onirico e quotidiano allo stesso tempo. Il bollitore, invece, di Francesca Pivato in “E Primaverrà!” diventa altro: metafora della libertà, una condizione accentuata dalla farfalla che tenta di volare via.
Con gli oggetti intessiamo un rapporto amoroso e affettivo fatto di parole e di scambi come nell’installazione fotografica di Chiara Del Sordo e nei disegni della figlia Sofia Zucchetti. Qui il telefonino è ridefinito e dà forma al desiderio di comunicare sempre con la madre, pur nella lontananza.
Gli oggetti ci sopravvivono ma – al contempo – possono cambiare, invecchiare e rompersi, sino ad ottenere una seconda vita grazie al recupero come nella fotografia “E la vita continua” di Giorgina Castiglioni o alla contemplazione museale come in “Amabile Visione” di Gabriella Santuari. Qui la scatola di cartone custodisce ed espone: ricordi, objets trouvés ed emozioni. Mentre in Chiara Tizian questo piccolo contenitore di legno racchiude al suo interno un giardino segreto in cui l’artista ha piantato, lentamente e ripetutamente, fili d’erba uno a uno. L’oggetto quotidiano è trasfigurato, diventa narratore di una storia vera: la ribellione poetica di un uomo che in Siria, nel 2016, tentò di far sopravvivere una piccola area verde nella città bombardata.
Gli oggetti possono essere una materializzazione concreta della nostra memoria perché, come il profumo della madeleine di Proust, liberano e recuperano il ricordo, diventando elementi rivelatori di un passato lontano che si presta subito a divenire presente. Il lavoro di Daniela Gardinazzi prende corpo proprio da un archivio personale fatto di reperti, frammenti e ritagli in cui gli oggetti sono in uno stato di fragilità apparente e in cui sussiste il rischio di essere dimenticati.
Ma le cose hanno, altresì, un “peso specifico” e possono appesantire il nostro quotidiano colmando i vuoti esistenziali. Il carico emotivo del dolore si concretizza e diventa l’oggetto principale attorno al quale ruota la vita della poetessa Anna Argentino. La sua gravità si fa sentire ogni giorno e la poesia con le sue rime allevia questo stato di malessere perpetuo.
L’accumulo di beni, se eliminati, rappresenta una catarsi che dà spazio a rinnovate energie ed esperienze. Ed ecco che si fa strada l’astrazione in Mario Ciufo, Raffaele Dragani | RAF e in Daniele Ruffini. In Ciufo e Dragani le pennellate veloci lasciano parlare il gesto e l’oggetto figurativo non serve più, perché l’essenziale arriva attraverso un’azione immediata; in Ruffini l’atto dell’astrarre evidenzia il processo mentale con cui rimodella il mondo reale mediante la sintesi delle forme geometriche. La realtà oggettuale in questi artisti è restituita attraverso la creazione artistica come visione poetica e interpretazione, laddove l’astrazione purifica le immagini, sottraendole alla saturazione visiva. In Alessandro Zucca violenti schizzi dal colore rosso colano e si infrangono su questo oggetto legato alla sessualità e che entra in relazione con due corpi, salvandone la vita e proteggendoli dalla trasmissione di malattie come l’AIDS.
IN MOSTRA
Anna Argentino, Flavia Cané, Giorgina Castiglioni, Mario Ciufo, Chiara Del Sordo & Sofia Zucchetti, Annabella Dugo, Simone Galimberti, Daniela Gardinazzi, Giuseppe Matrascia, Riccardo Giuseppe Mereu, Roberto Nociti, Francesca Pivato, RAF | Raffaele Dragani, Simonetta Rossetti, Daniele Ruffini, Gabriella Santuari, Chiara Tizian, Alessandro Zucca, Caterina Zucchi.
IL CORPO. SPECCHIO DELL’ESISTENZA
Curatela | Sonia Patrizia Catena e Lorenzo Argentino
Presentazione e lettura critica | Sonia Patrizia Catena
Allestimento | Lorenzo Argentino
Partners | microbo.net | Circuiti Dinamici Milano