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Francesco Levi e Meri Ciuchi
COMPENDIO DEL TEMPO SOSPESO
Per il ciclo Compendio del tempo sospeso le nostre bacheche ospitano le opere di due artisti molto interessanti e particolari: Meri Ciuchi e Francesco Levi.
Entrambi riflettono tramite le immagini che ci propongono su questo strano tempo che stiamo vivendo oramai da tanti, troppi giorni, in cui le fasi di caduta e la speranza di rinascita si stanno succedendo ininterrottamente, confondendosi e confondendoci.
E proprio questa confusione genera la sensazione di un tempo liquefatto, cui accenna Meri Ciuchi con i suoi lavori. Si tratta non più di un flusso che scorre inesorabile, come siamo abituati a pensare, con la sua linearità e la sua direzione ben precisa, ma piuttosto di qualcosa in cui siamo immersi, che ci avvolge e ci circonda. Forse solo lo sguardo della mosca, che l’artista innesta sulle proprie foto, può dare conto di questo tempo: ci viene chiesto infatti di vivere al rallentatore, di provare ad afferrare la realtà osservandola da innumerevoli punti di vista, senza limitarci alla nostra visione lineare, cercando invece di arrivare alla vista a mosaico dell’insetto. Le foto scattate quasi venti anni or sono vivono così di nuova linfa – o forse anche i venti anni trascorsi possono o devono essere pensati e vissuti con gli occhi della mosca, come una serie di fotogrammi in stop motion o quasi, e per comprendere le immagini che l’artista ci propone dobbiamo immaginare questi anni come un fluido in cui la nostra vita stessa si è immersa, in perenne mutamento ma al contempo scomponibile in milioni di fotogrammi fissi.
La medesima sensazione di tempo in cui siamo immersi ci viene restituita anche dai dipinti di Francesco Levi. Si tratta di piccole elegie, quasi in forma di graphic novel, in cui alle immagini si accompagnano brevi didascalie. Tratti di linee nere a definire le figure, luci e ombre, descrizioni laconiche, un personaggio che oscilla tra una sorta di gaudente nichilismo (“cazzeggiatore professionista”, recita la didascalia) e l’essere immerso in un’attesa snervante, crudele, quasi beckettiana, incapace di agire da protagonista e chiuso invece tra gesti sospesi, attendisti, ancora una volta immersi nel magma del tempo che scorre.
Il corpo fa da controcanto a questo fluire, con la sua presenza, la sua spazialità, il suo reagire agli stimoli, siano essi visivi (sono giorni di tungsteno) o semplicemente percorsi a ritroso, nella memoria che il corpo mantiene, spesso di più e in maniera più affidabile del pensiero.
La riflessione dei due artisti appare consonante e vicina: il tempo di cui ci parlano è quello in cui siamo immersi collettivamente e che in questi lunghi mesi abbiamo visto davvero in tutta la sua fluidità: qualcosa che non si limita a scorrere mentre cerchiamo di abitarlo, ma piuttosto un succedersi di istanti capaci di stopparsi e accelerarsi senza soluzione di continuità, con cui ognuno di noi deve fare i conti, da cui i nostri corpi non possono trovare scampo.
Aldo Torrebruno
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Vernice lunedì 31 maggio ore 18.00
Circuiti Dinamici, via Giovanola 21/C Milano [MM2 Abbiategrasso]
In ottemperanza al protocollo anti-COVID i POSTI sono LIMITATI e gli ingressi contingentati (max 10 persone alla volta)
NORME Anti-COVID | INAUGURAZIONE alle 18 di lunedì 31 maggio (ingresso contingentato max. 10 persone per volta) | APERTURA nei giorni di giovedì, venerdì e sabato dalle 18 alle 20 solo su appuntamento (con prenotazione – tel. 3711724437 ) fino al 26 giugno.
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