MERAL AĞAR, ELISABETTA CASELLI | 18.06.2023

MERAL AĞAR

ELISABETTA CASELLI

 

TRITTICO

Le luci hanno il potere di trasformare radicalmente l’aspetto di un luogo: attraverso sfumature e intensità modellano emozioni e catturano l’attenzione di chi osserva, generando una sorta di incanto.
Le luci sanno creare un’esperienza visiva coinvolgente, attraverso la scelta accurata dei colori, delle tonalità e dell’intensità, gli ambienti si trasformano in scenari magici che evocano sensazioni e stati d’animo specifici. Nel caso di Elisabetta Caselli e Meral Ağar non stiamo parlando di semplici associazioni tra luce e cromia, ma della capacità di interpretare un luogo attraverso forma e luce, in modo da evocare un’esperienza vissuta.
Meral Ağar fa riferimento ad un luogo con un suo proprio specifico, con una storia carica della tristezza che caratterizza gli spazi pubblici in rovina, ma che nell’essenzialità dei suoi elementi architettonici rivela la propria identità ordinata, ben progettata, in quell’equilibrio precario dove è evidente come l’uomo abbia rubato spazio alla natura, che fa capolino tra i vetri rotti, pronta a invadere nuovamente quel territorio che le è stato tolto. Sembra sia solo questione di tempo, il che offre allo spettatore la possibilità di esplorare, di spaziare con lo sguardo e soffermarsi sui particolari.

Elisabetta Caselli ha il potere di creare illusioni ottiche che amplificano l’esperienza visiva, dando vita a luoghi che sfidano le nostre aspettative. La porta che si apre inizia il racconto e la trasformazione: luce naturale e artificiale si mischiano imitando il gesto gentile della modella, che entra in punta di piedi nella stanza, amplificando anche in questo caso il sottile equilibrio tra interno ed esterno, focalizzando l’attenzione sul passaggio, sull’attimo transitorio: sono due mondi differenti che entrano in rapporto e si compenetrano al passaggio della ragazza.

Il luogo in entrambe le artiste evoca un racconto scritto dall’uomo e la luce segna quella membrana permeabile tra interno ed esterno, tra artificio e natura incombente, pronta a cancellare l’attimo fissato nelle immagini.

La luce è la materia prima della fotografia. Senza di essa, non esisterebbe alcuna immagine: è lei che determina l’aspetto, la luminosità, la texture e la profondità delle fotografie. È la luce che definisce le forme e crea le ombre, e per entrambe le artiste diviene fondamentale strumento narrativo.

Aldo Torrebruno

 

Meral Ağar

Meral Ağar ha iniziato la sua carriera artistica nello studio di pittura dell’Associazione dei Musei di pittura e scultura a Istanbul tra il 2002 e il 2006. Ha riflettuto Istanbul come tema principale nelle sue opere, che inizialmente erano realizzate con la tecnica della pittura ad olio e che poi si sono ampliate esplorando il mondo della fotografia, del video, delle tecniche di stampa, ecc., Dal 2011 partecipa attivamente a progetti di mail art.

Elisabetta Caselli

Elisabetta Caselli si presenta come una semplice fotoamatrice, con la voglia di trasmettere delle emozioni alle persone, consapevole della possibilità data ad ognuno di leggere le sue opere in modo personale e diversificato.

 

VERNICE Domenica 18 aprile, ore 18
Circuiti Dinamici, via Giovanola 21/C Milano

CURATELA microbo.net
La mostra rimarrà aperta fino all’08.07.2023, nei giorni da martedì a venerdì dalle 18 alle 20.

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ARTISTI CHE PARTECIPANDO AL PROGETTO

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