Ultimo dell’anno in transito a La Stazione degli Artisti di Gambettola.
Brindisi augurale per il nuovo anno e riti di passaggio dalle ore 23:00.
A cura di Diana Brant per Rad’Art Project | Associazione artéco APS
La mostra è dedicata ai percorsi di ricerca compiuti dai dieci artisti coinvolti, tra fotografi e artisti visivi, sul tema del Limen | Confine | Soglia, negli ultimi due anni.
Si intende con Liminal Space, o Spazio Liminale, il fenomeno sociologico, culturale e psicologico in cui si verifica il mutare di uno spazio esperienziale, contraddistinto da una condizione stabile e relativamente sicura, verso una condizione di precaria instabilità, sconosciuta e totalmente priva di certezze. Quindi, uno spazio temporale sospeso tra un’origine certa ed un arrivo ignoto. Un luogo di transito…
Riferito ai luoghi fisici, essi appaiono strani, desolanti e spesso surreali e trasmettono un senso di inquietudine, nostalgia e malinconia.
L’iter suggerito per lo svolgimento del proprio perCorso di ricerca è stato quello si sostare, dilatando al massimo la condizione spazio temporale di permanenza sulla soglia, sul confine, sul limen, in modo da favorire il verificarsi dell’illuminazione e di essere in grado di trasformare quel senso d’inquietudine, di estraneità, di raccapricciante e, in definitiva, di negatività, in qualcosa di positivo per noi, per gli altri, per il mondo.
È così che Manuela Campana ha sviluppato il progetto fotografico dal titolo “Stati di Transito”, in cui la fotografa cesenate rivolge il proprio sguardo al passaggio adolescenziale dall’infanzia all’età adulta e a delle abitazioni sospese tra l’abbandono ed un nuovo utilizzo futuro. Nelle sue fotografie il tempo fluisce tra passato, presente e futuro rammentandoci che “siamo dei visitatori di passaggio” con il compito di “osservare, imparare crescere e amare, per far poi ritorno a casa.”
Silvio Grilli, con il percorso fotografico “Con Fine”, rivolge il proprio sguardo alle relazioni e fratture che possono aiutarci a fronteggiare emozioni e relazioni psicologiche. Persino a canalizzare l’evidente disorientamento sociale e politico odierno.
In “Limen”, Sabina Negosanti propone un gioco a due sponde, identificabili nei generi maschile e femminile, ed in cui si sofferma nello spazio relazionale tra entrambi. Un luogo in cui si è anche realtà non dicibile, non visibile…
“Via Cherso”, il titolo del progetto realizzato da Giada Pazzaglia, analizza con un’indagine fotografica dall’approccio e rigore scientifico un villino dei primi anni del ‘900 situato a Bellaria Igea Marina da cui ne scaturisce una testimonianza che riscatta un tempo passato e lo proietta nel presente attraverso i legami con i luoghi a noi più cari che consente anche di non dimenticare la nostra storia affettiva.
Di fallito tentativo della fotografia nel cogliere l’essenza del presente mentre è presente, ci parla Alessandro Ricchi con il suo progetto “Mi sono rinato addosso”. Attraverso un dispositivo tecnologico egli cerca un’interazione con gli spettatori portandoli a riflettere sulla consapevolezza di sé in relazione all’attimo fuggente.
Alessandro Rossi con il suo “Filtro che salva il divenire” compie un’azione fotografica, complice lo sviluppo di un software appositamente creato e che si presenta in questa mostra per la prima volta, con cui alle variabili spazio temporali della fotografia aggiunge un tempo infinito che scorre, letteralmente, salvando il divenire.
In “Confini Contemporanei”, Vincenzo F. Stivala indaga le molteplici forme assunte dalla “pratica del confine, antica quanto la civiltà umana”- nelle parole di Fausto Andrea Marconi-, per compiere un’accurata azione analitica sul tema. Ne scaturisce un compendio di significati: naturale, artefatto, politico, amministrativo, legale, ecc. che ridimensiona, concretizza e dettaglia quella pratica abitudinaria del confine che, se da un lato evidenzia una tacita accettazione, non essente da implicazioni conseguenziali, dall’altro sottende alla ricerca di un’ulteriore definizione, più ampia e sottile, che ne amplifichi il concetto e la terminologia in modo da aggiungere a quell’antica pratica ulteriori significati o punti di vista.
La pittrice Monia Strada, nelle cianotipie in cui è plasmato il suo progetto “Hic sunt leones. Sale… d’Attesa”, rileva come il Mediterraneo sia diventato una sala d’attesa in cui accadono tragici eventi. Per lei, il mare è un altrove radicale che sfida in modo incessante pensiero ed immaginazione. Un universo a parte che genera epiche del naufragio e della ricerca di nuovi orizzonti di un ipotetico futuro non ancora svelato, risolto, concluso. Come nelle immagini in negativo con cui ha impressionato la superficie della carta corrosa dal sale.
Di “La parte oscura dell’anima” si è occupata Mirella Tozzi nella sua visita alla sezione femminile dell’Istituto psichiatrico di Maggiano, diretto fino agli anni’80 dal Dott. Mario Tobino. Durante la sua permanenza nel luogo, “attraverso il materializzarsi nel gioco di luci e ombre, degli oggetti appartenuti ad altre vite; dai silenzi assordanti dei locali svuotati, ma ancora permeati da dolorose presenze; le inferriate ed i catenacci testimoni di una sofferente memoria”, la fotografa di origine cesenate si è sentita coinvolta in prima persona: “Si attinge dalle nostre emozioni, dalla nostra percezione, dalla nostra comprensione e da tutti quei movimenti dell’anima per gestire il dolore, potente e violento, provocato da quelle esistenze in bilico, confinate in un limbo di note stonate”.
Nel “Limen” ricreato da Claudio Turci confluiscono due tecniche espressive quella fotografica e quella pittorica. Attraverso la prima, egli ci colloca idealmente su due estremi di uno spazio temporale esistenziale, definiti da giovinezza e senilità. In mezzo, la pittura ricrea il passaggio, il transito, nel viraggio di un liquido trasparente mentre assume il colore, in senso crescente e decrescente. “Del resto per coesistenza di altre culture, di riferimenti diversi, il passaggio di una soglia può avvenire in un senso che nel senso opposto. Come un entrare e uscire da un determinato luogo implica la coesistenza di fasi o stati diversi”.
Sede della mostra: La Stazione degli Artisti, Piazza Martiri d’Ungheria 2,
Gambettola (FC)
Durata: 31 dicembre 2024 – 26 gennaio 2025
Orari visite: Sabato e Domenica dalle 16:00 alle 19:00
www.circuitidinamici.it